
Anche quest’anno è arrivato Natale in Piemonte. Con tutto quello che abbiamo vissuto negli anni precedenti, dalla situazione di emergenza sanitaria alla conseguente reclusione in casa, lo spirito natalizio si impadronisce di noi sempre più in anticipo.
Beh, come dargli torto: è il re delle feste, amato quasi da tutti: dai grandi ai piccini, dai credenti agli atei. È un pot-pourri di amore, tenerezza, famiglia, calore, malinconia, generosità, bontà. E ancora: tradizioni, sacro, profano, regali, luci, suoni, alberi, presepi, pandori, panettoni, mandarini, noccioline americane e chi più ne ha più ne metta. La lista potrebbe continuare ancora chissà per quante righe.
La magia del Natale è che ognuno può riconoscersi nella maggior parte delle cose elencate, spesso anche contraddittorie. Natale è, infatti, la quintessenza della condivisione di ricordi individuali che diventano memoria collettiva. Forse, inconsciamente, è proprio ciò che intendevo quando ho partecipato per gioco a una sfida in rima a tema natalizio.
Ogni anno stessa storia,
tanta voglia di far baldoria
con abbuffata per la gloria
e tombolata accessoria.
Ore e ore seduti al tavolo
che urge danza liberatoria,
ma Natale è magia transitoria,
di cui serbare tenera memoria.
Il mio augurio è che non sia illusoria,
ogni anno diversa storia.
Se la qualità di questi versi non è cosa certa, lo sono di sicuro le meravigliose storie rispolverate per l’occasione. Queste si ripetono ogni anno quasi fossero irrinunciabili riti di buon auspicio. Tra le tante, ce n’è una molto famosa che si è rivelata una preziosa fonte di ispirazione per questo articolo. È Canto di Natale, il racconto scritto da Charles Dickens nel 1843. Te lo ricordi?
Facciamo un riassunto: il protagonista è Ebenezer Scrooge, un signore anziano avido, tirchio e meschino, con un cuore duro come il ghiaccio. In poche parole, lo potremmo definire l’anti-Natale fatto a persona. Lo dimostra la sua insofferenza nei confronti di questa festa, considerata da lui stesso solo una perdita di tempo, di soldi ed energie.


Proprio durante la notte della vigilia di Natale, Scrooge riceverà la visita di tre fantasmi: lo spirito del Natale Passato, Presente e Futuro. I tre gli permetteranno di viaggiare nel tempo e nello spazio, per vivere un’esperienza che lo segnerà nel profondo. Non soffermiamoci sui dettagli delle vicende perché, se non ti ricordi bene questo racconto, vale la pena rileggerlo con calma. Solo così potrai cogliere tutta la bellezza e saggezza della sua morale.
In questo articolo, Canto di Natale è il punto di partenza per un’altra storia. Come il Natale del Presente, del Passato e del Futuro si sono manifestati a Scrooge, immaginiamo che vengano a trovarci per portarci alla riscoperta del Natale in Piemonte, in modo particolare nel Cuneese.
Natale Presente in Piemonte
Archiviata la celebrazione dei morti con l’importazione di Halloween anche qui in Piemonte, dal 1° novembre lo Spirito del Natale Presente inizia a manifestarsi timidamente con le prime decorazioni natalizie.
Non si tratta solo di trovate pubblicitarie, il Natale entra nelle nostre case con alberi di Natale, presepi, addobbi e luminarie, se non da inizio novembre, di sicuro già dalla seconda metà del mese. Lo fa ben prima dell’8 dicembre, l’Immacolata, riconosciuta solo pochi anni fa come la festività per eccellenza dei preparativi natalizi.
Questa voglia anticipata di Natale si è fatta sentire anche se fino all’ultimo non sapevamo che cosa aspettarci: i costi della luce sono schizzati alle stelle a causa della crisi energetica, eredità dell’invasione dell’Ucraina ad opera della Russia. E molte amministrazioni comunali hanno dichiarato un Natale senza luminarie, salvo poi tornare sui loro passi con un’accensione meno sfavillante e a orario ridotto.
Con o senza luci, il periodo più atteso, più magico, più gioioso dell’anno reclama la nostra attenzione, vuole prendersi la scena come protagonista. A Centallo, quest’anno l’immancabile albero di Natale ha fatto la sua comparsa sulla piazza del mercato con la casetta di Babbo Natale, a fianco della quale c’è la buca delle lettere per raccogliere i messaggi dei più piccoli. Destinazione: Polo Nord.

Natale Presente: luminarie, mercatini di Natale e presepi viventi a Cuneo e dintorni
Se volessimo fare una carrellata dei luoghi in cui lo spirito del Natale è presente più che mai, Cuneo e la Provincia Granda ci regalano una serie di eventi natalizi, un po’ per tutte le età, i gusti e le tasche!
IllumiNatale e i mercatini di Natale Cuneo e dintorni
Cuneo a Natale si illumina d’immenso grazie al fitto programma di IllumiNatale, la versione invernale dell’estiva Cuneo Illuminata. Questa manifestazione ha come protagoniste le luminarie con tanto di spettacoli gratuiti di suoni e colori, che animano le principali vie delle città (Corso Nizza, Via Roma) e Piazza Galimberti dal 1° dicembre 2022 al 6 gennaio 2023. Nell’ambito dell’evento non mancano i mercatini di Natale, con le creazioni degli artigiani dell’Associazione Made in Cuneo.
- 8, 10 e 17 dicembre 2022 -> Via Roma + Contrada Mondovì, in caso di maltempo in Piazza Virginio
- 11 e 18 dicembre 2022 -> Piazza Europa (sotto i portici)
L’orario per tutte le date è dalle 10.30 alle 19.30.


A proposito di mercatini di Natale, alcuni dei più apprezzati, soprattutto per le loro location molto suggestive, si trovano presso:
- Filatoio Rosso di Caraglio, il temporary shop natalizio, accessibile gratuitamente, dal 3 al 31 dicembre 2022 -> giovedì e venerdì dalle 15.00 alle 19.00, sabato, domenica e festivi (ad eccezione del 25 dicembre) dalle 9.00 alle 12.30 e dalle 14.30 alle 19.00.
- Forte di Vinadio, il 26 e 27 novembre 2022, con accesso libero.
- Govone, dal 12 novembre al 19 dicembre 2022, che si trasforma nel Magico Paese di Natale, inglobando anche il castello sulla sommità di una collina delle Langhe. Nella residenza sabauda si svolgono show a mo’ di musical, amati da grandi e piccini e tutto intorno le casette tipiche dei mercatini di Natale.
- Monticello d’Alba, dove il magazzino Manufatti Sant’Antonio (aperto tutti i giorni) si popola di qualunque decorazione natalizia, trasformandosi nel Villaggio di Natale, con mercatini e casa di Babbo Natale, ogni sabato e domenica dal 13 novembre al 18 dicembre 2022. Al suo interno puoi incontrare l’iconico Santa Claus, scattarti una foto ricordo in sua compagnia e imbucare la letterina.

Presepi viventi e non Cuneo
Una delle tradizioni che legano il Natale Presente a quello Passato è il presepe, inventato nel 1223 da San Francesco. Il santo rappresentò per la prima volta la nascita di Gesù nel Santuario di Greggio, in provincia di Rieti, con persone in carne e ossa. Fu il primo presepe vivente della storia. Ritornando in Piemonte e, in modo particolare nella Granda, gruppi di volontari, radunati dalle Pro Loco locali, si cimentano ogni anno, ad eccezione del biennio di emergenza sanitaria, nell’inscenare non solo la natività, ma anche antichi mestieri in alcuni borghi nei dintorni di Cuneo, tra i quali:
- Valgrana -> il 24, 28 dicembre 2022 e il 5 gennaio 2023 dalle 21.00
- Peveragno -> il 24 dicembre 2022 dalle 19.30 e il 26 dicembre 2022 dalle 19.00. Durante questa seconda serata si terrà anche lo spettacolo pirotecnico alle 22.30
- Prea, frazione di Roccaforte Mondovì -> il 24 e 26 dicembre 2022 e il 5 gennaio 2023 dalle 20.30
- Bagnasco -> il 23, 24 e 26 dicembre dalle 19.30 apertura delle porte e inizio sacra rappresentazione dalle 21.00.
- Dogliani Castello -> il 23 e 24 dicembre 2022
In questi paesi, il percorso si snoda tra viuzze strette, illuminate da fiaccole o da lampioni oscurati da sacchi di iuta. Il presepe vivente è l’occasione ideale per aprire al pubblico vecchie cantine, ridare vita a cortili, dove mettere in funzione ed esporre antichi attrezzi, macchinari, in compagnia di animali e di figuranti umani.
A ogni tappa, immancabile la degustazione di un piatto tipico: soma d’aj (fetta di pane sfregata di aglio e cosparsa d’olio d’oliva), patate con salsa aioli, assaggi di salumi e formaggi, polenta, bignëtte (frittelle di mele), mundai (caldarroste) e bevande calde, come tisane, cioccolate, vin brulé. Il tutto dietro il pagamento di un biglietto, come nel caso di Peveragno o Bagnasco, o di un’offerta libera, come ad Andonno. Entrambe le modalità permettono di ricevere la cartina del paese con le varie soste del presepe vivente e coupon staccabili o gettoni per ogni tappa mangereccia.
Per chi come me, ama anche i presepi non viventi, il Cuneese ne offre una grande varietà tra meccanici, storici, artistici, giganti, internazionali, all’interno di chiese o spazi comunitari, all’aperto, come in parchi o per le vie dei paesi. La guida di Presepi in Granda (è su due pagine, basta passare il dito sopra la prima per consultare anche la seconda) è molto esaustiva e torna utile per fare una gita fuori porta a caccia di presepi.
Natale Passato a Cuneo e in Piemonte

Se i bambini di oggi scrivono a Babbo Natale, noi da piccoli credevamo in Gesù Bambino. Era a lui indirizzata la nostra letterina, con la quale chiedevamo i doni. Questo ce lo può raccontare lo spirito del Natale Passato in Piemonte. Lo stesso facevano i nostri genitori e nonni. Le loro generazioni, però, hanno vissuto Natali molto meno generosi e consumistici rispetto a quelli della nostra infanzia e di quelli attuali.
Ad esempio, in base ai racconti del secondo dopoguerra, Gesù Bambino lasciava ai piccoli caramelle, mandarini, breviari o libricini di proverbi, fiabe, favole e qualche indumento, come calze, guanti, sciarpe, ecc…

Mio papà ricorda ancora quando chiese a Gesù Bambino un pallone per giocare a calcio. Erano gli anni del Grande Torino e il piccolo Gino sognava di imitare i suoi beniamini in cortile, in piazza e per strada. Ebbene sì, i bambini erano ancora liberi di giocare all’aperto da soli senza nessun pericolo. La mattina di Natale si svegliò e trovò sotto il cuscino una pallina da tennis un po’ spelacchiata. Ancora oggi, per lui, fu il regalo più bello e prezioso che ricevette durante la sua infanzia.
I giocattoli come bambole e soldatini arrivavano, infatti, solo ai figli dei notabili del paese, come ai bambini del sindaco, del medico, del ragioniere o del geometra. Queste figure erano delle vere e proprie istituzioni delle comunità sia di pianura che di montagna.
Per festeggiare Natale, le decorazioni erano poco diffuse nelle case e soprattutto non erano così ricche e variegate come quelle dei giorni nostri. Il luogo dove veniva rappresentata al meglio la natività era la chiesa, a cui ci si recava per la messa di mezzanotte.


Infatti, mio papà non ricorda di aver mai addobbato né un albero di Natale né realizzato un presepe. Mia mamma creava i personaggi del presepe disegnandone e ritagliandone le sagome sul cartone. Dovrà aspettare l’età adulta per acquistare le prime statue in gesso e fare un presepe con tutti i sacri crismi.
Per la capanna o grotta, utilizzava del materiale di recupero oppure pietre o legno, procurato da suo papà (mio nonno). Sempre lui portava a casa un pino che, come per magia, si popolava di paste secche il giorno di Natale. Una volta che mia mamma e le sue sorelle andavano a dormire, mia nonna infornava dei biscotti a forma di ciambella, che poi appendeva all’albero. In questo modo, faceva credere alle sue figlie che fosse tutto merito del passaggio di Gesù Bambino.
La meraviglia e la felicità delle piccole erano indescrivibili anche perché, come concordano i miei e buona parte dei loro coetanei:
Non avevamo quasi nulla
e ci bastava poco
per essere davvero felici,
non come oggi che abbiamo tutto,
ma ci manca il più.
Su quest’ultimo pensiero si potrebbe aprire cinicamente un dibattito sulla nostalgia e mitizzazione del passato, che spinge spesso le persone ad affermare: “Si stava meglio, quando si stava peggio”.
In realtà, lo spirito del Natale Passato risponderebbe con tutta una serie di immagini di povertà materiale ma di ricchezza d’animo, a partire dai pasti delle feste: poveri, essenziali ma sostanziosi. Sedersi a tavola, infatti, era il momento ideale per rafforzare l’unione tra i membri della famiglia, appianare dissapori e trasmettere ai più giovani il significato del Natale.
In effetti, i piatti consumati una volta non erano paragonabili alle portate dei nostri lauti pranzi o cenoni natalizi. La carne era un alimento più unico che raro. Solo ogni tanto a Natale, dopo enormi sacrifici, faceva bella mostra sulle tavole sotto forma di bollito o cappone.
In mancanza della carne, si puntava sulla pasta fatta in casa, come i ravioli. Il loro ripieno non era mai di carne, ma di verdure, come patate e porri. Piccolo lusso goloso era il panettone, rigorosamente con canditi e uvetta (non ne esistevano mille mila varianti) e la fiòca. Questo termine piemontese indicava la neve e per estensione anche la panna montata, che veniva servita come accompagnamento del tradizionale dolce natalizio.
Dopo il pranzo di Natale, la giornata trascorreva all’insegna delle storie, del canto e del gioco. Si giocava a carte e a tombola, per stare tutti insieme e celebrare al meglio la festa più importante e sentita dell’anno.
Natale Futuro in Piemonte e nella Granda
Lo stare insieme con la nostra famiglia è ciò che unisce il Natale Passato e Presente in Piemonte. Probabilmente l’essenza dello spirito natalizio continuerà a perpetuarsi anche in futuro. Per molti è, infatti, una delle poche occasioni per riuscire a incontrarsi e trascorrere del tempo con tutti i parenti.
In occasione del Natale imminente, ricongiungersi con i propri cari al di fuori del nucleo familiare è tornata a essere una realtà possibile, dopo un periodo in cui questa normalità era diventata una chimera. Forse, proprio per questo motivo, venute meno le misure di distanziamento sociale, il desiderio di riabbracciarsi, stare uniti e condividere si è rivelato più forte, intenso e profondo che mai. Ci è sembrato quasi di ritornare alle origini e alla sostanza, accantonando il materialismo di regali, abbuffate e decorazioni, per riscoprirne il valore più autentico.

Ritrovata la libertà di stare insieme, che ci era stata sottratta, questo diritto è tornato di nuovo a essere un’abitudine scontata, un rituale secolare assodato, non solo a causa della nostra memoria corta. Neanche il tempo di riprenderci dalla situazione di emergenza sanitaria che un’altra catastrofe si è abbattuta indirettamente su di noi. Mi riferisco alla guerra in Ucraina con la sua scia di sangue e le sue conseguenze collaterali: dramma sociale, crisi energetica, economica, caro vita, minaccia nucleare e chi più ne ha ne metta…
Ancora una volta, lo spirito del Natale Futuro ci suggerisce che, superata questa situazione così difficile, il Natale sarà ancora più atteso e vissuto con una gioia, consapevolezza e gratitudine rinnovate. Ci sarà davvero tanto da festeggiare, soprattutto se riusciremo a vivere in un mondo di pace. Questa però sembra ancora un’utopia, se consideriamo il fatto che ci sono più di cinquanta conflitti sulla terra in questo momento, molti dei quali in corso da decenni. Perciò, non ci resta che essere gratə per l’opportunità di vivere un Natale sereno nel tepore delle nostre case e circondatə dai nostri affetti, rivolgendo un pensiero speciale a chi per i motivi più disparati non può fare lo stesso.
Che ne pensi di questo viaggio tra il Natale Presente, Passato e Futuro
nella provincia più grande del Piemonte?
Anche i tuoi genitori e nonni ti hanno raccontato aneddoti simili
sul Natale in Piemonte e, perché no, anche in qualche altra parte d’Italia?! Fammi sapere: sono molto curiosa di conoscere storie, tradizioni e ricordi di famiglia a tema natalizio!
Félicitations Cristina, ta description de Noël est très originale et très touchante !!
Rina
Merci, Rina!
J’ai pris l’inspiration de: “Un chant de Noël” de Charles Dickens.