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La storia di Cuneo Illuminata tra valorizzazione della città, luminarie e tradizioni religiose

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Cuneo Illuminata è il principale evento dell’estate nel capoluogo della Provincia Granda. Tante iniziative (non solo serali) di diversa tipologia (artistico-culturale, musicale, enogastronomico, artigianale e commerciale) accendono tutto il mese di luglio, nello specifico dal 1° al 30 luglio 2023 con lo spettacolo delle luminarie a tempo di musica venerdì, sabato e domenica alle 22.00 e alle 22.30.

Ma quando e perché ha avuto inizio Cuneo Illuminata? E soprattutto, Cuneo Illuminata è solo l’importazione o l’adattamento di una tradizione meridionale, quella delle luminarie, o c’è qualche cosa di più? Da cercatrice di storie del territorio, ho provato a dare una risposta a queste domande nell’articolo del blog che ti appresti a leggere. Prosegui nella lettura e lasciati illuminare!

Cuneo Illuminata: quando è nata e perché

L’Illuminata a Cuneo risale al 2015 quando l’allora amministrazione comunale decise di illuminare Via Roma con uno spettacolo di luci mai visto prima. In particolare, l’arteria principale sulla quale si snoda l’intero centro storico di Cuneo, fu oggetto di interventi di riqualificazione e ristrutturazione che portarono la strada a una totale pedonalizzazione, così come la conosciamo ora, in tutto il suo splendore.

Dal 2015, ad eccezione del 2020 a causa della situazione di emergenza sanitaria, l’evento si tiene ogni anno in forme diverse nel mese di luglio con un ricco palinsesto di eventi. A dicembre 2022 si è tenuta anche la versione natalizia della manifestazione, cioè IllumiNatale.
Ritornando a Cuneo Illuminata 2023, eccoti il programma completo.

Da cosa trae ispirazione Cuneo Illuminata

L’evento si ispira alla tradizione delle spettacolari luminarie del Sud Italia. Come avviene anche al Nord, Cuneese compreso, durante le feste patronali la statua del Santo Patrono o della Santa Patrona della città oppure ancora della Madonna o di Cristo, viene portata in processione. Apre il corteo la croce di Cristo, seguita dal pubblico, suddiviso in:

  • confraternite
  • compagnie
  • religiosi
  • clero
  • notabili

Ogni gruppo procede con le proprie divise e insegne, cantando e pregando in coro.

Ambito cuneese | Processione delle confraternite, prima metà del XVII secolo, olio su tela, appartenente a Cuneo | Confraternita di San Sebastiano all’interno del Museo Diocesano. Raffigura la processione delle principali confraternite cuneesi: Santa Croce, San Sebastiano, San Bernardino, San Giovanni Battista e della nobiltà cittadina alla cappella di San Sebastiano.
Nella scena i diversi gruppi appaiono dotati di lanterne, crocifissi e stendardi.
La cronologia della tela è da pensare non troppo distante dalla “fiera pestilenza” che negli anni Trenta del Seicento devastò la città. Sullo sfondo campeggia la città seicentesca, dominata dalla mole della torre civica e cinta dalle possenti mura.

Ma cosa c’entrano le luminarie con le processioni? A causa delle frequenti guerre tra gli stati europei, le processioni si affermarono come dei pellegrinaggi medievali in miniatura più fattibili e meno pericolosi. Diventarono, quindi, dei viaggi per incontrare il divino, rappresentato dalla statua, e per stare in sua compagnia. Qui prese forma l’immagine di Chiesa come popolo in cammino. Perché questo momento topico e catartico avvenisse nel migliore dei modi, la luce diventò fondamentale. Simbolo dell’essenza di Dio, del bene contro le tenebre del male, e primo elemento della creazione, questa si manifestò inizialmente attraverso l’utilizzo di torce, lampade, falò e fuochi pirotecnici.

Il tutto per illuminare scenografie sempre più ricche di dettagli, che raggiunsero il loro massimo splendore durante l’epoca barocca, con le cosiddette parazioni, cioè le decorazioni che abbellivano le processioni. Archi, frontoni, candelabri, baldacchini, troni, altari, panneggi, corone liturgiche venivano illuminati la sera, per destare lo stupore della gente.

Solo negli anni Trenta del Novecento, con l’avvento dell’elettricità, si diffusero le luminarie elettriche per poi svilupparsi ulteriormente negli anni Cinquanta e arrivare col loro sfavillante luccichio fino ai giorni nostri. Oggi, l’impiego di lampadine a led consente un significativo risparmio energetico, soprattutto se si considerano le gigantesche proporzioni della struttura:

  • il maxi-portale di 18 metri all’ingresso di via Roma
  • un “viale” luminoso fino all’incrocio con Contrada Mondovì

La tradizione inglobata nell’Illuminata a Cuneo

Per ricapitolare quanto raccontato finora, abbiamo individuato il binomio luminarie-processioni. E ora chiudiamo il cerchio, ritornando a Cuneo Illuminata e alla solenne processione della Madonna del Carmine. Il rito sarà preceduto dall’Infiorata, tradizione di origine romana, risalente al periodo barocco, in cui si allestivano tappeti floreali per celebrare il Corpus Domini.

In occasione della processione, i mosaici di petali dell’infiorata coloreranno Via Roma e Contrada Mondovì grazie all’allestimento dei volontari della confraternita di Sassello e alla collaborazione dei comitati di quartiere e frazione. Questo rito, che si svolge il 15 luglio, quindi alla vigilia della giornata dedicata alla Madonna del Carmine, è molto sentito e partecipato non solo dai cuneesi, ma anche da chi viene da fuori. 

La processione della Madonna del Carmine coinvolge infatti un gran numero di confraternite. Queste sono delle associazioni pubbliche di fedeli legati a una o all’altra chiesa, impegnati a testimoniare e a diffondere la devozione popolare, anche attraverso attività di pubblica utilità e benefiche. Le principali confraternite di Cuneo sono:

  • Santa Croce
  • San Sebastiano
  • San Bernardino
  • San Giovanni Battista

Ad esse si uniscono una cinquantina di altre confraternite, provenienti dal resto del Piemonte, Lombardia, Liguria, tra cui anche gli scenografici Cristi Liguri portati a spalle dai fedeli, e dalla Francia.

La solenne processione della Madonna del Carmine: le origini del culto

La solenne processione della Madonna del Carmine prevede l’accompagnamento della statua della Vergine a partire dalla Chiesa di San Sebastiano in Contrada Mondovì, dove viene ospitata tutto l’anno. A tale luogo di culto è legata l’omonima Confraternita, che dal 1606 venera la Madonna del Carmine. Non a caso, i documenti storici riportano nello stesso anno risulta già terminato uno dei due stendardi processionali commissionati dalla Confraternita di San Sebastiano al pittore Guglielmo Caccia, detto il Moncalvo, raffigurante la Madonna del Carmine, San Sebastiano e altri santi.

La devozione alla Madonna del Carmine ha in realtà origini molto più antiche del Seicento, associate al Monte Carmelo, dove il profeta Elia si rifugiò. Questo luogo ha un valore simbolico già nell’Antico Testamento, evocando un’oasi di ristoro fisico e spirituale. Karmel, infatti, significa giardino fiorito e corrisponde al promontorio vicino all’attuale Haifa. Qui i crociati si imbatterono in alcune esperienze eremitiche ispirate a Elia. Inoltre, una serie di apparizioni della Vergine Maria contribuirono alla formazione di un ordine monastico, quello dei Carmelitani, che ancora oggi evocano Maria in qualità di Regina del Monte Carmelo, diventata poi popolare come Madonna del Carmine.

La particolarità di questa Vergine sta nella sua raffigurazione: intenta ad offrire uno scapolare, cioè due piccoli pezzi di stoffa (spesso di colore marrone scuro, tipico dell’Ordine) uniti da due cordoncini o fettucce, in modo tale da essere portati sulle scapole. Questi rappresentano in realtà un mini scapolare, donato ai fedeli laici, come distintivo di appartenenza all’Ordine. Lo scapolare dei monaci, invece, è una sorta di grembiule da lavoro che si presenta come una lunga banda di stoffa da indossare sopra la tonaca. Poiché ricopre le spalle, è chiamato scapolare.

Ben presto questo accessorio diventò parte integrante dell’abito monastico, non solo dei Carmelitani, ma anche dei Benedettini, Cistercensi, Domenicani e Servi di Maria. Tuttora evoca la volontà di mettersi al servizio, proprio come fece Maria dando esempio di:

  • adesione a Dio 
  • preghiera continua
  • servizio ai fratelli 

Indossare con fede e degnamente lo scapolare diventò garanzia di salvezza eterna e di liberazione dalle pene del purgatorio. Queste due tradizioni contribuirono a una grande diffusione dello scapolare.

Conclusioni

Cuneo Iluminata si rivela un evento che ha fatto della contaminazione la sua peculiarità, abbinando le tradizioni centro-meridionali, care ai migranti provenienti dal Sud Italia, con i riti religiosi locali, attirando a sé tanto entusiasmo, in primis dei forestieri, quanto scetticismo, per non dire contrarietà, da parte di alcuni Cuneesi.

Per quanto mi riguarda, penso che l’Illuminata a Cuneo sia da apprezzare per l’intento con la quale è stata concepita, cioè la valorizzazione della città e che rappresenti una preziosa opportunità per attirare persone in città e per permettere loro di scoprire il territorio da e oltre Cuneo, non solo per una toccata-fuga. Il tutto sfatando l’antipatico cliché, ripetuto come un mantra soprattutto dai locali, secondo cui: 

A Cuneo non c’è mai niente da fare 

Conoscevi già la storia di Cuneo Illuminata? Ha già partecipato a questa o a una delle passate edizioni? Ti è piaciuta? Raccontami un po’, commentando il blog post qui sotto! Sono curiosa di leggere le tue impressioni!

Le informazioni contenute in questo blog post sono frutto della visita al Museo Diocesano di Cuneo e alla vicina Chiesa di San Sebastiano in Contrada Mondovì, comunicante col museo stesso.

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4 thoughts on “La storia di Cuneo Illuminata tra valorizzazione della città, luminarie e tradizioni religiose

  1. GIULIO CALCINARI says:

    Che bel racconto che fa entrare nella Storia di Cuneo e nella profonda fede dei suoi abitanti. Come entrare in una macchina del tempo e rivedere il passato.

    1. Cristina Bertolino says:

      Grazie mille, Giulio!

      Mi fa molto piacere che l’articolo ti sia piaciuto e che ti abbia fatto viaggiare nel tempo a partire da un passato antico fino ad arrivare ai giorni nostri.

  2. C’est toujours un plaisir et un merveilleux voyage que je fais à travers tes récits et tes histoires !!
    Bravo Cristina et merci pour ce partage.
    Rina

    1. Cristina Bertolino says:

      Merci à toi, Rina, pour la persévérance et les efforts avec lesquels tu lis mes articles. J’apprécie vraiment beaucoup tes commentaires!

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