Site Overlay

Sale San Giovanni, Demonte e Andonno: la storia della lavanda nei dintorni di Cuneo

Condividi questo contenuto sui tuoi canali ↙️

Dalla seconda metà di giugno fino alla prima metà di luglio Sale San Giovanni, Demonte e Andonno si colorano di viola grazie alla fioritura della lavanda. Questa pianta inebria gli abitanti e visitatori dei tre borghi in provincia di Cuneo. Il suo profumo è delicato, ma persistente, dolce e allo stesso tempo di carattere.

La coltivazione della lavanda affonda le proprie radici nei tradizionali scambi commerciali e culturali con la vicina Francia. Qui le coltivazioni di lavanda rappresentano un’attività così tipica e radicata da essere diventate il simbolo della Provenza nell’immaginario collettivo, nonché mete turistiche altamente instagrammabili.

Senza nulla togliere ai nostri vicini di casa, il Piemonte, e in modo particolare il Cuneese, offre alternative alla Provenza altrettanto viola/blu e profumate. Inoltre, vanta le distese più numerose e ampie del Bel Paese. Scoprile una per una, proseguendo nella lettura del mio articolo!

Sale San Giovanni e la lavanda: la Provenza del Piemonte

Tra la seconda metà di giugno e la prima metà di luglio centosessanta anime vedono il loro borgo in cima alla collina dell’Alta Langa, invaso da turisti, camperisti e visitatori mordi e fuggi. Ad attirarli a Sale San Giovanni, le distese sconfinate di lavanda a cui è possibile accedere con un piccolo contributo (€ 2,00) tramite percorsi a piedi di diversa lunghezza. Una precisazione importante è relativa al fatto che le strade comunali nei mesi di giugno e luglio sono chiuse ai mezzi motorizzati, ad eccezione delle persone autorizzate e di quelle diversamente abili.

Come raggiungere i campi di lavanda a Sale San Giovanni

Ci sono tre percorsi per raggiungere i campi di lavanda a Sale San Giovanni a piedi. Ognuno presenta tappe, colore, chilometraggio e durata diversi:

  1. Percorso azzurro di 9,8 km da percorrere su strade asfaltate e sterrate come giro ad anello in 3 ore circa di tempo.
  2. Percorso arancione di 9 km, scandito per lo più da strade sterrate in mezzo ai boschi, per raggiungere l’Arboreto Prandi in circa 4 ore. Si tratta di un’area di 12 ettari di interesse botanico e paesaggistico-ambientale per la presenza di particolari piante arboree ed arbustive.
  3. Percorso verde di 7,5 km da percorrere in circa 2 ore di tempo lungo strade asfaltate.
  4. Percorso marrone di 1 km circa in una ventina di minuti, per raggiungere solo l’Arboreto Prandi e non i campi di lavanda.

Eventi a Sale San Giovanni durante la fioritura della lavanda

Qui la lavanda è anche la protagonista della fiera regionale delle erbe officinali e aromatiche Non Solo Erbe. Questa manifestazione si svolge ogni anno durante l’ultimo fine settimana di giugno.

A causa dell’emergenza sanitaria, hanno fatto eccezione il 2020, 2021 e anche il 2022, nonostante la presenza di qualche bancarella. Tra le vie del borgo si può fare un bel giretto tra gli stand di prodotti a base di lavanda, che sono tornati in tutto il loro splendore sabato 24 e domenica 25 giugno 2023.

Tra questi rientrano sia i cosmetici, come creme, saponette, oli, essenze, sacchetti di lavanda essiccata che alimentari, quali caramelle, biscotti, meringhette, miele, oltre al pane e dolci di Enkir, il più antico cereale del mondo.

Il tutto circondato dai campi di lavanda, dove le tante sfumature di viola appagano vista e olfatto con un profumo intenso, inebriante e un ronzio di sottofondo. Infatti, le api vanno di fiore in fiore per portare a termine l’impollinazione: basta ignorarle e lo stesso faranno loro con la presenza umana.

Altra accortezza importante: oltre a rispettare l’attività di questi insetti laboriosi, ricorda di prestare attenzione a dove metti i piedi e come ti muovi tra una corsia e l’altra. Le coltivazioni di lavanda sono una risorsa economica per gli abitanti di Sale San Giovanni. Perciò, salvaguardarle, oltre ad ammirarne la bellezza, è più che doveroso. 

La lavanda a Demonte: una storia di famiglia

Dalla Langa vicino alla Liguria saliamo ai monti e raggiungiamo Demonte in Valle Stura. Qui la coltivazione della lavanda trova un punto di riferimento importante nella famiglia Rocchia. Dal 1890 ad oggi si sono susseguite tre generazioni che hanno fatto della coltivazione della lavanda il loro mestiere. Tutto ciò è stato possibile grazie all’esperienza in Francia del nonno dell’attuale proprietario, Marco Rocchia.

Carpiti i segreti della coltivazione della lavanda oltre confine, la famiglia Rocchia decise di mettere in pratica la propria conoscenza con una distilleria. Questa è tuttora attiva con la produzione e vendita dell’olio essenziale di lavanda e di svariati prodotti per la cura del corpo. Ciò avviene attraverso l’iniezione diretta del vapore e l’antica caldaia di fronte allo stabilimento testimonia la storia del processo produttivo. Per ascoltarla raccontata da Marco Rocchia in persona, da un paio di anni la Delegazione FAI di Cuneo organizza una visita aziendale guidata.

In particolare, i prodotti sono ricavati dalle coltivazioni di lavanda di fronte all’antico casolare ristrutturato, dove ha sede l’azienda e il negozio aperto al pubblico. Mentre i campi sono recintati e non accessibili. Tuttavia, è possibile ammirarne la bellezza lungo la strada statale oppure percorrendo quella che porta alla Distilleria Rocchia. In questo modo, potrai avere un’altra prospettiva delle distese viola/blu.

La lavanda ad Andonno: la rievocazione della tradizione

Dalle Valle Stura cambiamo valle e finiamo in Valle Gesso, dove la raccolta della lavanda è un’attività di altri tempi. A partire dalla seconda metà dell’Ottocento fino agli anni Sessanta, gli abitanti di Andonno sfruttavano  l’altitudine e la favorevole esposizione climatica, per raccogliere la lavanda fino a Desertetto (frazione di Valdieri).

A questo lavoro partecipavano tutti gli Andonnesi per poi consegnare il raccolto a fine giornata all’appaltatore del luogo che procedeva alla pesatura e al pagamento diretto del corrispettivo. Per aumentare il profitto, alcune persone si davano al mercato nero, trasportando il raccolto ai commercianti dei Comuni limitrofi in un traffico clandestino della lavanda

vasetto di lavanda

A causa dello spopolamento della montagna, dell’apertura delle cave e dall’abbandono della pastorizia e dell’agricoltura, la raccolta della lavanda rivive solo in occasione della festa Ai tèmp d’l’izòp (Ai tempi della lavanda in occitano). Di norma, questo evento si tiene ogni 2 anni l’ultimo fine settimana di luglio ad Andonno e si rivela una sorta di revival o riproposta della tradizione.

Infatti, la popolazione è impegnata a rievocare gli antichi mestieri legati alla coltivazione della lavanda, mentre si svolge il mercatino di prodotti tipici. Inoltre, è possibile partecipare a escursioni guidate per riscoprire i luoghi dove ancora cresce spontaneamente la lavanda. A causa della situazione sanitaria, dopo una due anni di stop dall’edizione del 2019, la festa della lavanda è tornata il 16 e 17 luglio 2022 con una programma molto ricco. Se vuoi conoscere meglio la Valle Gesso e in modo particolare due sue località, c’è un altro articolo che ti aspetta sulla storia delle Terme di Valdieri e di Sant’Anna di Valdieri!

Ora che ne dici se dal mondo reale ci spostiamo in quello fantastico, popolato di miti e leggende? Scopriamone alcune insieme!

Da Lavandula a Venere: miti e leggende sulla lavanda

Come per ogni specie del mondo vegetale, anche per la lavanda le storie e le leggende sono tante e molto variegate. Di certo, una delle più conosciute ha origini provenzali. La sua protagonista è Lavandula, una fata dagli occhi azzurri e capelli turchini, nata nella montagna di Lure. Stanca di vivere in un luogo arido e poco ospitale, la creatura magica si procurò un libro di paesaggi per decidere dove trasferirsi.

A forza di sfogliare la raccolta, Lavandula si trovò di fronte alla pagina che raffigurava la Provenza. Era proprio come la conosceva lei: desolata, triste e spoglia, quasi la natura si fosse dimenticata della sua terra di origine. Sopraffatta dallo sconforto, la fatina scoppiò in un pianto a dirotto. A forza di piangere, le sue lacrime caddero sulla pagina e colorarono di blu/viola le raffigurazioni delle valli provenzali. Così queste si trasformarono nelle meravigliose distese di lavanda che ci fanno tanto sognare. 

primo piano spiga di lavanda

Ancora prima di Lavandula, sembra che persino Venere avesse un rapporto speciale con questa pianta. Infatti, si narra che la dea dell’amore e della bellezza si servisse della lavanda per i suoi riti magici amorosi. Grazie al suo gradevole profumo, attirava a sé gli uomini. In cambio otteneva non solo la tanto desiderata felicità in amore, ma anche fertilità, protezione e purificazione. Da questo mito, deriverebbe la consuetudine di inserire alcune spighe di lavanda nel corredo nuziale della futura sposa come augurio di buon auspicio e di prosperità per il matrimonio.

La lavanda: la pianta delle streghe e dei loro nemici

A tal proposito, è ancora diffusa la credenza secondo cui la lavanda sia un portafortuna, capace di allontanare energie negative, disgrazie e spiriti malvagi. Inoltre, le sue proprietà antisettiche, decongestionanti e antinfiammatorie sono riconosciute sia dalla medicina tradizionale che da quella omeopatica.

lavanda con erbe e candele

Pensa agli speziali, i precursori dei farmacisti, e alle tanto osteggiate curatrici, spesso identificate come streghe o masche nel Cuneese. Questi personaggi conoscevano i benefici della lavanda e la utilizzavano nelle loro preparazioni. Per di più, gli stessi detrattori delle streghe, masche o presunte tali, ricorrevano alla pianta per difendersi dalle creature malefiche in una sorta di lavanda scaccia lavanda.

Dopo questo viaggio nel tempo e nello spazio alla scoperta della storia della lavanda, non rimane che raggiungere Sale San Giovanni, Demonte e Andonno.

Prima di mettersi in viaggio, conviene sempre informarsi sullo stato della fioritura e del taglio delle spighe presso gli uffici turistici di Sale San Giovanni o la Distilleria Rocchia.

In questo modo, avrai la certezza di godere dello spettacolo blu/viola tanto atteso. Hai già visitato uno di questi luoghi? Se sì, quale ti è piaciuto di più? Ne conosci altri? Raccontami la tua esperienza, lasciando un commento all’articolo!

Condividi questo contenuto sui tuoi canali ↙️

1 thought on “Sale San Giovanni, Demonte e Andonno: la storia della lavanda nei dintorni di Cuneo

  1. Je ne savais pas qu’il y avait de la lavande dans ces deux communes
    Tes articles sont toujours très intéressants et j’apprends beaucoup de choses sur l’Italie et ça me fait vraiment plaisir !!
    Merci Cristina

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Raccontami la tua storia e io la scriverò per te! Hai una storia riguardante il territorio cuneese o piemontese che vuoi condividere? Sei nel posto giusto! Rendiamola insieme extraordinaria!

  • Scrivimi una mail a: info@cristinabertolino.it
  • Cercami su Skype: Cristina Bertolino Se preferisci raccontarmi la tua storia, anziché scriverla per mail.